Giocare vuol dire saper guardare avanti, ma senza lasciare mai nessuno indietro.
Perché il gioco è per tutti.
Una verità questa a cui necessariamente corrispondono la responsabilità e il compito di immaginare il gioco anche fuori dal perimetro confortevole delle mura domestiche, per calarlo in contesti "meno fortunati", dove a usare i giocattoli sono le categorie più fragili e svantaggiate della popolazione, dai primi anni di vita fino alla vecchiaia.
Nel libro "Non smettiamo mai di giocare. Il valore sociale del gioco", Pierpaolo Clementoni descrive
le singole iniziative che hanno portato i giochi Clementoni dentro agli ospedali pediatrici, alle strutture di cura per la diversa abilità e l’Alzheimer, alle scuole per progetti di prevenzione al bullismo.
Brevi descrizioni fatte attraverso le testimonianze di tutti i partner coinvolti.
Promuovere il valore sociale del gioco significa andare oltre la semplice donazione,
vuol dire impegnarsi a realizzare giochi sempre più accessibili e inclusivi.