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Il tempo dei/delle bambini/e

Come aiutarli/e ad acquisire la nozione di tempo

Da poco sono terminate le vacanze di Natale e, come dicevano i nostri nonni, “l’Epifania tutte le feste porta via”, incluso quindi i tempi di riposo, di divertimento, di compagnia e cene con amici e parenti. I/Le bambini/e hanno potuto godere quindi di genitori e familiari meno frenetici per il lavoro e dediti ai preparativi per le feste. Il tempo delle vacanze è sicuramente un periodo che il/la bambino/a vive in modo diverso, a partire dal cambiamento delle abitudini, soprattutto se frequenta il nido o la scuola dell’obbligo, fino ad arrivare ad una dilatazione dei tempi di gioco, di divertimento e di riposo (soprattutto mattutino per i/le giovani scolari/e!).

Ma che cosa è il tempo per i/le bambini/e?

Esiste un solo tempo?

Partiamo da una premessa fondamentale: da un certo punto di vista non esiste un tempo uguale per tutti, nel senso che gli adulti organizzano la loro giornata in base a degli orari precisi (quelli del lavoro, dei pranzi e delle cene, delle esigenze familiari, dello sport e del tempo libero) e si avvalgono, per fare ciò, di una misurazione standard, cioè della ripartizione della giornata in ore e minuti. I/le bambini/e invece, non hanno una nozione chiara del tempo, essa si acquisisce gradatamente dopo i tre anni, aiutati dall’ingresso nella scuola dell’infanzia e supportati dalla maturazione fisica e cerebrale. Il tempo infatti è una nozione astratta, i/le bambini/e, soprattutto quando sono piccoli/e, hanno bisogno di concretezza, di sperimentare sul campo ogni nuova cosa che apprendono per cui lo scorrere delle lancette nell’orologio per loro non ha nessun valore, il loro tempo è quello che “sentono”, che “vivono” e che sperimentano, cioè ha una forte connotazione soggettiva e contestuale. Ovvio che anche per gli adulti è così, nel senso che sono consapevoli di cosa sia un’ora, ma un conto è quella impiegata per il lavoro, un altro conto è la stessa quantità di minuti dedicati alle chiacchiere con gli amici. La dimensione soggettiva quindi fa si che ognuno viva il proprio tempo in maniera diversa, più si è piccoli/e e più questo è evidente.

Allora quali sono gli elementi che caratterizzano il tempo per i/le bambini/e?

In primo luogo l’aspetto più importante è il “cosa” si fa, cioè i/le bambini/e vivono principalmente l’aspetto concreto di come si stanno impiegando le ore del giorno: se ci fate caso chiedono principalmente cosa si fa e non quando: “Mamma pappa? Giochiamo? Andiamo ai giardini? Babbo andiamo fuori?”. I loro ricordi si formeranno su come hanno trascorso un certo periodo della giornata e non tanto quanto esso sia stato più o meno esteso, questa è la spiegazione per cui essi/e sono focalizzati sulla qualità del tempo trascorso invece che sulla quantità (elemento questo che gioca a favore degli adulti che magari per questioni lavorative o altre esigenze familiari non riescono a trascorrere tante ore quotidiane con i/le propri/e figli/e come in realtà vorrebbero).

Un altro aspetto fondamentale è la ritualità: i/le vostri/e figli/e capiranno pian piano la nozione dello scorrere del tempo attraverso le attività ripetitive che si susseguono durante l’arco della giornata e della settimana: essi/e impareranno ad associare determinate azioni a momenti particolari, ad esempio, appena svegli/e sanno che andranno in bagno a cambiarsi, poi impareranno che sopra al tavolo c’è il biberon o la tazza per la colazione, dopo un po’ aspetteranno che li/le portiate ai giardini, quando sentiranno il profumo del cibo preparato in cucina capiranno che dovranno attendere il pranzo con la propria famiglia oppure percepiranno il bagnetto serale come ultimo step della giornata e anticamera del riposo notturno.  

Le abitudini quindi sono preziosissime per i/le bimbi/e poiché danno loro un contenimento ed una organizzazione temporale, la quale, per ora viene solo avvertita come associazione e successione di eventi, per poi fungere da base per un’acquisizione più precisa delle tempistiche quotidiane.

Come aiutare i/le bambini/e ad acquisire la nozione di tempo?

  • Scandite per primo voi le azioni utilizzando delle parole con significato temporale unite ad azioni concrete: “dopo che avrai finito il latte andremo dai nonni; appena avrai messo a posto i giochini partiremo per il mare; mamma termina la doccia e subito dopo giocheremo insieme; quando diventerà buio sarà ora di tornare a casa; ora che siamo in macchina passiamo a fare la spesa; vedrai che babbo tornerà appena avremo terminato di fare il bagnetto”. In questo modo li/le aiuterete a prendere familiarità con i concetti di prima e dopo che sono quelli basilari per l’acquisizione della temporalità.
  • Create una ritualità di azioni quotidiane (la giornata scandita in base ai tempi dei/lle vostri/e piccoli/e) e attività particolari, tipo “oggi è sabato quindi andiamo a trovare gli zii”.
  • Quando saranno un po’ più grandicelli/e, quindi dai tre/quattro anni aiutateli/e ad apprendere gradualmente “l’attesa” cioè ad aspettare il proprio turno, rispettare chi è prima di sé e non passare in maniera frenetica da un gioco all’altro senza gustarsi cosa si sta facendo. Tutto ciò viene sicuramente ampiamente stimolato proprio dall’ingresso all’asilo grazie alla presenza di altri/e bambini/e della stessa età, condividere infatti il tempo con i/le coetanei/e è sempre fonte di molti stimoli positivi.
  • Abituateli/e alla “noia”, soprattutto per bimbi/e dai tre anni in su non è necessario che tutto il tempo sia riempito di attività e giochi organizzati da voi per saturare la giornata, fate in modo che anche loro sperimentino i propri momenti, che comincino a prendere dimestichezza fra i “prima” e i “dopo”, la noia infatti è ispiratrice di molte idee, permette di pensare, inventare e creare.
  • Leggete e fate ascoltare loro musica fin da piccolissimi/e: questi due elementi danno nel vero senso della parola “il ritmo” del tempo ed esso è fondamentale per scandire i principali momenti della giornata.

Come sempre poi i/le vostri/e bimbi imitano ciò che vedono dagli adulti, per cui abbiate voi per primi il pensiero di un tempo che sia organizzato in maniera sana, in cui, come loro, possiate porre più attenzione alla qualità piuttosto che alla quantità.

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